Ci vado, inesperta di arte moderna
e vedo Mirò Dalì ed altri pittori
li conosco di fama: ne scopro i colori.
Giro le sale attenta e rapita
la storia dell'arte è tutta in salita.
Ammiro le opere, le tele, i colori
dovunque io guardo son solo splendori
Ci sono le sale dell' Exposición Universal de París
e passeggio nel tempo, ne ascolto i suoni,
è tempo di guerra ne vedo gli orrori.
Ad un tratto c'è un'arco, c'è un varco, c'è un vuoto
lo sguardo mi cade: mi volto lo vedo.
La prima impressione è che prende la pancia
lo guardo, poi piango, lo guardo di nuovo
E vedo le genti, piangenti e morenti e vedo la guerra
in ginocchio, per terra.
ma il quadro di certo non l'ha fatto il pittore
l'uomo e la guerra han dipinto l'orrore
(Conosco Picasso ed il suo lavoro
ma dentro Guernica ha dipinto l'odio:
l'odio dell'uomo).
Mi alzo da terra, le lacrime ferme
continuo a girare con le gambe malferme.
Poi torno di nuovo a guardare il "mio" quadro
e tutto il dolore del genere umano.
Il Mirò di Mirè mi ha preso la mano
son punti sospesi nel bianco lontano
son fili che corrono, son pezzi di donne
sono farfalle e lievi colonne.
Picasso lo amo
sconvolta e piangente
un pezzo del niente è tutto è presente.
3 commenti:
Meraviglioso il tuo viaggio!!!Però di' la verita': la cosa più bella è tornare a casa...e' vero? Riguardo al tuo Lele, digli di perseguire sempre i suoi sogni, è l'unico modo per essere felici! Qui a casa ho parecchi fossili e minerali, presi in giro per l'Italia, vorra' dire che li mettero' nelle foto dei miei lavori così Lele potrà vederli. Un saluto affettuoso e ben tornata!!!
Mi ricordo quando il quadro si trovava a NYC. Mi manca, ma sono felice che sia tornato nel suo paese.
Un abbraccione a te, cara!
m
che bel racconto, quasi quasi faccio un viaggetto a Madrid!
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