LAVORI FATTI A MANO

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01/10/09

Ottobre


Da tempo, e tempo, e tempo io associo il mese di ottobre ai remigini: piccoli bimbi con grandi grembiuli e grossi fiocchi. Forse, io, mi ricordo così il primo giorno di scuola, che arrivava dopo aver passato tutto il mese di settembre al mare a Tirrenia, al "Bagno Rosa", dove i miei prendevano in affitto una casetta. Ora chiamarla casetta è sbagliato: quella che toccava a noi aveva una stanza con 5 letti (di cui uno a castello perchè saltavamo dal sopra sul lettone) da una parte, poi c'era un passaggio una specie di corridoio, un vialetto, (da cui gli altri passavano per andare alle loro case,) che dovevamo attraversare perchè  davanti c’era unportico con uno spiazzo dove ci stavano  il tavolo e le seggiole per mangiare. Da un lato di questo spiazzo c’era uno sgabuzzino, che altro non era che il cucinotto. Per andare in bagno , poi, dovevi fare tutto il vialetto. Quindi una casa invece che su più livelli su più strade.  Detto così può sembrare assurdo, ma vi assicuro che a 9/10 anni è una cosa fantastica. Il regno puro del divertimento e della fantasia. Noi non avevamo certo bisogno dei parchi attrezzati per divertirci ci bastava il bagno Rosa e quella strana casa che assomigliava a quella descritta da Sergio Endrigo, si, insomma quella che stava in via dei Matti al n° 0! Che era strana, strana davvero!
Dopo aver passato settembre a scorrazzare in pineta, sulla spiaggia a giocare con gli scarabei, a strisciare le tende per farci lo scoobidou, (questa ve la spiego: davanti alle porte delle cabine c'erano delle tende a strisce di plastica, le antimosca, che ai lati avevano un bordino tondeggiante. Questo bordino, con pazienza ed abilità, veniva sfilato e ci trovavamo con un tondino di plastica da intrecciare per farne braccialetti) a giocare a bottiglia, a nascondino, con la microguida, con le palline che si vincevano le chewing-gum, oppure a guardare il “Mistero della Donna Velata”,   “La baronessa di Carini” e a terrorizzarci con “Belfagor”, ill primo di ottobre iniziava, così all'improvviso  la scuola. Erano le estati prima degli scout. Quando si partiva con la 600 gialla carica all'inverosimile, con sopra il portapacchi colmo di valigie che (all’epoca)  non stavano nei cassoni sopra la macchina,  ma legati con gli elastici e con il nailon che come si arrivava all'Arnaccio doveva essere risistemato. Che non c'era ancora la Fi-Pi-Lissima e si passava per la via Pisana in un susseguirsi di curve e viali di pini da cui si vedevano i bilancieri per pescare. Si partiva il primo di settembre (per il compleanno del babbo) e si tornava in tempo per andare a scuola. Nel frattempo tanti bagni e croccanti di pinoli, sì, in quella specie di casa di Barbie mamma riusciva a fare da mangiare (lasagne comprese) ed il croccante sul piano di marmo del lavandino, che prima bisogna ungere bene con l’olio. Poi il 1° d’ottobre, con i calzini bianchi con i buchi, i sandali giglio blu, le codine d’ordinanza e la cartella cominciava la scuola.
Poi, dopo, da più grande, quando la scuola ha cominciato ad iniziare il 15 di settembre ad ottobre iniziava la stagione delle forche e dei funghi, e quindi ogni volta che andavo a funghi con babbo un giorno prima ed uno dopo ci mettevo una bella forca a Boboli.  Quando ero piccola a funghi andavo sul Falterona, che per chi tanto pratico non è é il monte da dove sorge l’Arno. Per arrivare alla sorgente ci sono due strade
Una con la macchina: si sale su fino al rifugio e dopo 1 o 2 ore di camminata a piedi e sei arrivato, ma, questa l’ho scoperta dopo, quando andavo a dormire al rifugio con gli amici).
 La seconda partiva da giù, molto giù: si prendeva la strada della cartiera fino alla sbarra e poi su, salire per sentieri di mucche fino alla cima. Si attraversavano prati pieni di fragoline di bosco e tanfani (questa ve la spiego: i tanfani non sono altro che tafani piuttosto manfani, sono quelli che ti si infilano dentro e ti pungono fino a farti piangere). Poi al ritorno ci facevamo l’albero di ciliegie o il nocio ( a seconda della stagione)
Oppure andavamo a funghi in Maremma, alla Croce del Pratomagno (che è vicino al falterona ma da un’altra parte), sull’Amiata, all’Abetone nel Pistoiese e nel Senese.
Insomma non passava giorno che non ci fosse una fungaia da visitare. E la scuola? Beh quella per me cominciava a Febbraio perché prima, vi giuro, non avevo tempo per andarci.

Ieri, dopo una mattinata di strilli (Mamma IO voglio andare a scuola) (Mamma perché mi hai portato nel bosco) siamo andati nel bosco e una decina di Porcini li abbiamo trovati. Già mangiati in insalata e le cocolle ( o bubbole, o mazze di tamburo) in padella.
Loro non erano d’accordo, ma io ho scelto d andare nel bosco invece che a scuola e visto che ancora, per poco, comando IO ieri FORCA che se non li faccio divertire io questi figlioli sono seri, seriosi, diligenti e lavoratori come quell’altro pezzo che li ha costruiti assieme a me.

Foto dei posti, dei funghi, della giornata di ieri, del bosco, della natura prossimamente che le ho salvate sull'altro pc ed ora sono stanca, troppo stanca per salire accendere spostare... Buona notte ieri è stata una gran bella camminata.



2 commenti:

Il calderone di Sara ha detto...

vedrai alle superiori recupereranno

outre mesure ha detto...

*un abbraccione grosso grosso*

*grazie*

m

Ritorno a casa

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