Ho tracciato una riga stamani. Netta. Non si devono mai tracciare righe: lasciano segni indelebili, fanno solchi sui quaderni che non vanno via, ma ogni tanto una riga ci vuole: una riga ed un punto. Giusto così per fermarmi, non sulla linea del traguardo ma piuttosto ad uno stop intermedio. Ha preso forma mentre prendevo il caffè , il primo della mattina, quello che sorseggio quando guardando fuori, immaginaodi camminare in un giardino, mi piacerebbe la mattina alzarmi ed ancora in piagiama uscire fuori, con la rugiada che bagna i piedi, scoprire ragnatele luccicanti tessute nella notte, ascoltare anche solo un cinguettio. Questo mi piacerebbe avere la mattina: un attimo di pace in cui raggruppare i pensieri: quelli belli e quelli terribili. metterli lì un attimo in sospeso, come su una mongolfiera che sale e non cade: che non può scoppiarmi addosso come una bolla di sapone o un palloncino, la mongolfiera porta i pensieri in alto e poi, come zavorra li butta giù, però stanno alti sopra di me e, così, stranamente non pesano.. Ho la testa piena di pensieri stamani. Sono pensieri pensati, quelli maturi pronti per scoppiare. Non ne trovo uno, uno solo, piacevole. Sono pensieri tristi, sono confusi, contorti, sono lì da anni, forse sono anche ammuffiti. Di sicuro non sono freschi di giornata. Peccato che i pensieri non hanno la data di scadenza: potrebbe essere un idea: "Buono fino al 2012" poi si butta via! Invece no! i pensieri hanno la brutta abitudine, nella mia testa, di conservarsi TUTTI, in perfetto ordine, (forse sono l'unica cosa ordinata di me) come le parole dette e ricevute. Delle volte penso di avere qualche teragiga di memoria al posto del cervello, non butta via nulla, ricorda, cataloga, conserva come un archivio. Perfetto ed indistruttibile.
E così stamani sfarfuglio, sfoglio, cerco un pensiero piacevole perchè ne devo avere tanti, di sicuro, solo che adesso mi sfuggono. Sono sicura di averne uno, anche piccolino, insignificante, di quelli che catalogo come indolori ma deve essere una cosa che ho dimenticato che torna a mente così per farmi un regalo...
ci deve essere!
Sono le parole che mi ha detto ieri mio padre. Ve le vorrei poter ripetere, una ad una, c'era tutto dentro: amore, preoccupazione, complicità, condivisione. C'era il bello di essere figlia, quel sentirmi protetta e sicura. Ora so che, al di là della sua preoccupazione, mi sorreggerà e guiderà in questo momento che sono smarrita.
C'è che fra poco più di un mese andrò da Lei, l'amica delle fragole, per il "Cuore di maglia Camp".
C'è che ho due figli meravigliosi, per il quale ho fatto cose impensabili, tipo usare il seghetto alternativo.
C'è che ho tanta lana colorata da farci cose per i bimbi piccini picciò.
C'è, e ci sono, cose che non si possono scrivere e raccontare, un po' meno frivole di una borsa nuova, ma tanto importanti, c'è l'amica che mi dice "va meglio da quando ho parlato con te" e pensare che le ho detto solo "non cercare di essere migliore di altri, pensa di essere speciale: Unica e tu" e poi c'è l'altra che tutte le volte che parla con me poi i manda l'sms per rcordami quanto io, come donna, sia meravigliosa.
Ecco è arrivato il pensiero piacevole: sono le parole che dico col cuore . Peccato che qualcuno non le ascolti.